Italia – Ciclismo un abbinamento inscindibile quasi come pizza, spaghetti e mandolino. Qui le salite più famose, qui la culla di molti professionisti del presente e del passato (e anche del futuro), qui il nostro Giro d’Italia attira l’attenzione di tutti gli appassionati stranieri (secondi solo al Tour de France).
Eppure, incredibilmente, in Italia tutto questo non basta per raggiungere la visione totalizzante che il ciclismo ha in altri Paesi europei. Per noi italiani il ciclismo continua ad essere, purtroppo, solo uno sport. Molto limitativa come definizione. A noi piacerebbe poter parlare di ciclismo come “corroborante” di noi stessi. Un vantaggio per il nostro corpo ma soprattutto per la nostra mente.
Sarebbe bello poterne parlare un pò come avviene nel nord Europa o in UK. Ovvero più come una “way of life”, un modo di vivere e perché no, di essere. La visione italiana invece non può che subordinare la pedalata ad un cronometro. E stop. L’importante è andare forte, arrivare prima degli altri. Ed in questo, ci si perde la parte più bella del film. Suoni, profumi, viste mozzafiato, baretti o ristorantini unici.
Abbandoniamo i cronometri e apriamo bene gli occhi, respiriamo a pieni polmoni, lasciamo che la magia della natura ci stupisca, lasciamoci distrarre da una dolce pausa sorseggiando un caffè, rallentiamo per chiacchierare con chi ci può insegnare qualcosa e gustiamoci la fatica mentre scaliamo una cima leggendaria.
Non riveliamo oltre confine che usciamo la domenica mattina per sentirci campioni. Forse basterebbe capire che il segreto del ciclismo sta nel pedalare e sentirci semplicemente BENE.