I mesi invernali ci regalano qualche momento di relax in più. Nelle fredde e buie serate al rientro dal nostro lavoro o nei nostri week end, nei quali la bici la usiamo comunque ma magari solo per poco tempo e nelle ore più calde.
Ed è così che, curiosando sul sito di Rouleur, leggo un’intervista al regista Joël Santoni relativa al film documentario “La Course en Tête”. Un capolavoro di 1h e mezza sulla vita sportiva e privata del Cannibale, ovvero Eddy Merckx, nelle stagioni migliori della sua carriera – il 1973 e 1974 –, con una particolare attenzione sull’immensa bellezza del Giro d’Italia. Non solo, c’è anche molto del ciclismo professionistico di quegli anni e del rapporto del pubblico con il ciclismo e con gli stessi campioni.
Nessuna voce narrante, solo l’audio originale dei protagonisti. Il regista lascia che siano le immagini (incredibili) ad emozionare e a trasmettere la passione che il ciclismo suscitava nei tifosi.
Alcune scene vi lasceranno a bocca aperta. Corridori che nel mezzo di una tappa si fermano in massa nei bar per rifornirsi o fermi lungo la strada a bere un bicchiere di vino con i tifosi locali. Senza parlare di quando, ai rifornimenti, vengono passate ai corridori le musettes con all’interno bottiglie di vetro che in seguito verranno riposte nelle tasche posteriori. Talmente incredibile da sembrare impossibile.
A mio parere, è il più bel film mai realizzato su questo sport ed è, ovviamente, un film che tutti gli appassionati di ciclismo dovrebbero vedere.
Lo potete vedere su youtube a questo indirizzo.