Le Géant de Provence – Mont Ventoux

The ‘Giant of Provence’, as the French people call Mont Ventoux, is a spectacular mountain of 1,912 meters from the top of which you can see for miles around. A 360° view of the surroundings. You almost feel as if you are on the moon. Not just because of the incredible view, but also because of the desert-like landscape that covers its upper slopes. No trees anywhere to be seen. No oxygen. The ride up is a Tour de France classic, which makes it a special place for cyclists from all the parts of the world who travel here as if on a sacred pilgrimage. // Così lo chiamano i francesi il Mont Ventoux. Quel monte di 1.912 mt dal quale puoi vedere tutto. Una vista a 360° su tutto il territorio sottostante. Quasi come essere sulla Luna. Non solo per la vista spaziale ma anche per la totale assenza di vegetazione (e quindi di ossigeno) nella sua parte più alta. La salita alla vetta è una classica del Tour de France e per questo molto famosa e affrontata da moltissimi ciclisti, quasi come fosse un pellegrinaggio //

Vogliamo raccontarvelo da due prospettive diverse, con sensazioni diverse. Dalla mia, Sofia, che in quest’occasione l’ho affrontato guidando la vettura di supporto e dalla mia, Giampaolo, che invece l’ho scalato in sella. // We want to tell you about it from our two different points of view, with our two personal opinions of it. For me, Sofia, as I faced driving up it in the sweeper car; and from me, Giampaolo, as I pushed hard on my legs to take me to the top of the ‘Giant’.

SOFIA (I Tacchi / The Heels)

Parto per questa giornata sicura che sarà per me la meno divertente della vacanza poichè assisteró da spettatrice.Invece (sorprendentemente) il Ventoux è stata davvero un’esperienza emozionante nonostante lo abbia scalato con quattro ruote invece che con due. E non lo dico in quanto esperta di storia del ciclismo perchè non lo sono affatto. // I was pretty sure this morning was going to be the most boring of the tour because I was going to be a spectator. But despite this, Ventoux was a surprisingly exciting experience even climbing it on four wheels instead of two. And I am not saying that as an expert in cycling history because I’m certainly not one of those!


Quel monte ha dato, anche ad una ciclista in erba come me, la sensazione di essere al posto giusto. È come per un tifoso di calcio visitare il Bernabeu. Capisci subito che lì un ciclista è a casa. È una grande festa del ciclismo. Ho amato fermarmi e fotografare splendidi scorci  e paesaggi che cambiavano drasticamente ad ogni curva, ho amato incitare chi era lì per raggiungere la vetta, ho amato la folla di ciclisti e accompagnatori che animavano queste strade di montagna, ho amato il cielo stellato che si puó ammirare dalla vetta a notte fonda, ho amato il banchetto di caramelle che aspetta i ciclisti bisognosi di zuccheri. // As a beginner, this mountain made me feel like I was in the right place. It is like going to visit the Bernabeu stadium for a football fan. It is immediately obvious that this place is home for cyclists. It is a celebration of cycling. I loved stopping on the way and taking pictures of the magnificent landscape which dramatically changed as I went round each corner. I also enjoyed encouraging the cyclist in front of me, as he suffered his way to the top. I loved the multitude of cyclists and their partners who brought life to those mountain roads. I loved admiring the starry sky at night from the top of Mt Ventoux. I loved the candy stand waiting for those cyclists who needed a few extra calories. 

Durante la discesa verso Bedoin un solo pensiero mi frullava in testa.

Voglio allenarmi, perchè la possima volta ci sarò anch’io su quella strada.

Ma sarà con le Tacchette e non più con i Tacchi. //

On the way down to Bedoin, I only had one idea in mind. I want to train hard because next time we do this I want to be on the road as well, not on his heels but with my clips on.

GIAMPAOLO (le Tacchette)

Soggiorniamo a Bedoin presso un caratteristico B&B, Les Mas des Baux. Bedoin è il piccolo e caratteristico paese alla base del monte nel quale si può respirare tutta la passione e la storia del ciclismo. Negozi di bici, monumenti e un viavai continuo di appassionati.

Magnifico. //

We stay in Bedoin in a typical B&B, Les Mas des Baux. Bedoin is a characteristic small village at the start of the climb where you can smell the passion and history of cycling all around. Cycling stores, monuments and cyclists everywhere. Splendid.

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La mattina seguente, ore 8 e già molto caldo, sono pronto per salire in sella. Questa volta da solo…ma non del tutto. Sofia non è ancora pronta per questi 22 km di salita con una pendenza costante tra l’8 e il 10% ma non intende certo abbandonarmi in questa esperienza unica. // The next morning at 8am I am ready to get on the saddle. It is already fairly warm. For once I am alone. Or rather, I am almost alone. Sofia is not ready to face 22km climbing at 8-10%. But she doesn’t want to leave me alone this incredible experience.

Dunque io in sella, lei al volante dell'”ammiraglia”.

Tacchette agganciate e si parte.

La strada che esce dal paese inizia con una pendenza graduale in mezzo ai vigneti passando i borghi Baux, Sainte Colombe e les Bruns, il che mi fa essere positivo e quasi a sottovalutare la salita. // 

So I am on the bike and she drives the sweeper-car.

Clips on, let’s go!

The road going out from the village starts with a regular climb amongst the vineyards, passing through the villages of Baux, Saint Colombe and Les Bruns. This soft start makes me feel positive and almost underestimating of the climb ahead. 

Dopo pochissimo ecco però che si ritorna alla realtà. A partire dal tornante di Saint Esteve al km 5, la pendenza diventa dell’8/9%, senza mai la possibilità di rilassarsi e di sciogliere le gambe fino circa a 6 km dalla vetta. // 

But the serious stuff comes soon and brings me back to reality. From the Saint Estève corner, after 5km, the grade ups to 8-9% with no chance to relax the legs until the 16th kilometre. 

Insomma i primi 16 km sono un inferno, a tratti non troppo caldo grazie all’ombra degli alberi che permettono saltuariamente di riprendere fiato. Oltretutto non sono presenti fontane fino appunto al 16° km, quando si arriva al bar/ristorante Chalet Reynard. // The first 16km are just hell. From time to time there is a bit of shade thanks to the trees, which helps you to get your breath back ever so slightly. To make things worse, there are no water fountains before the 16th kilometre, when you reach Chalet Reynard, a bar/restaurant that sits 6km before the finish.

Fino a questo ristoro la strada non “spiana” mai, non c’è possibilità di rilassarsi, di mollare un attimo la pedalata. Una spinta costante accompagnata da decine di altri ciclisti e da nuvole di mosche. // Before this chance for refreshment, the road never flattens out. It never offers a moment to get your strength back, to ease off on the pedals for even for a second. A constant push amongst the dozens of other cyclists and the clouds of flies.

Sofia è sempre lì, attentissima ad evitare i ciclisti che salgono e che scendono, oltre ad osservare la mia sofferenza.

Si ferma, scatta foto, mi sorride e riparte al mio passaggio, per poi ritrovarla poco più su.

Capisco dal suo sguardo che vorrebbe darmi una spinta, un aiuto a sorpassare il momento di difficoltà in cui sono piombato in questi primi km, ma io non mi fermo, mi aiuto con un pò di zuccheri e decido di non fermarmi fino allo Chalet. // 

Sofia is always there, carefully evading the cyclists going up and down and observing my pain. She stops, takes pictures, smiles to me and moves off again after I have overtaken her. I find her again somewhere ahead on the climb. I understand from her eyes that she would like to help me, to push me for a couple of metres. To help me to get through these first kilometres. But I don’t stop, I take a few sweets and decide not to stop before I reach the Chalet.

Da qua in poi, cambia tutto.

Cambia la strada, la luce, la vegetazione. E le mie gambe. Mangio qualcosa, rifornisco la borraccia e riparto. La fatica di prima sembra sparita e vedere la torre dell’osservatorio meteorologico presente sulla cima del monte, mi da la carica per arrivare in cima il prima possibile. La strada sale più gradualmente, sparisce qualsiasi albero e forma di vegetazione e il colore bianco dei massi degli ultimi 6 km è quasi accecante. //

From here on, everything changes.

The road changes, the light changes, the greenery changes. And so do my legs. I eat something, fill the water bottle and go again. The pain I felt during the first part has disappeared. Seeing the observatory tower standing atop the mountain gives me the energy to get there as quickly as I possibly can. The steepness becomes more regular, all the trees and greenery disappear and the white of the rock along the last 6km is almost blinding.

Mi ritrovo intorno anche molti più ciclisti, di tutti i tipi e con qualsiasi tipo di bici. In molti decidono di affrontare in sella solo gli ultimi tratti della salita pur di fare una foto in cima.

Incredibile ma vero, passo anche un pazzo che sale non in bici ma con dei pattini in linea e che ben dopo il mio arrivo in cima, vedo spuntare dall’ultimo tornante. Che traguardo anche per lui. // 

There are more and more cyclists here, of all kinds, with all types of bikes. A lot of them decide to ride only the last few kilometres of the climb so they can have their picture at the top of Mt Ventoux. The most incredible amongst them is the one climbing on roller blades and a long time after I got to the top, I see him slowly coming round the last corner. What a challenge it must have been for him as well!

Questi ultimi 6 km sono indubbiamente i più belli.

Salgo accompagnato da una vista mozzafiato costante alla mia sinistra, altri ciclisti con cui condivido la fatica, fotografi che di questa salita ne hanno fatto un business e pezzi di storia, come la stele al ciclista Tom Simpson, morto durante la salita al Ventoux durante il Tour de France del 1967.

Oltre ad un vento costante che in base alle curve mi frena, mi aiuta o mi sbilancia. //

The last 6km are undoubtedly the most beautiful ones. I continue to climb with a constant breath-taking view on my left side, other cyclists with whom I share my pain, photographers who have captured a piece of history and made a business of this place, and the monument where Tom Simpson fell forever during the Tour de France in 1967. The wind is omnipresent. Helping, pushing me back or even unbalancing me depending on the bends in the road.

Affronto il rettilineo prima dell’ultimo tornante destro che porta alla cima dove i ciclisti si fermano per immortalarsi sotto il famoso cartello della cima. // 

I face the last straight before the last curve which takes me round to the top where every single cyclist stops to immortalize their exploit with the famous road sign.

L’arrivo è una sorpresa. Decine e decine di ciclisti a festeggiare il loro traguardo.

Foto, abbracci, condivisione di emozioni e un caffè, oltre ai dolci presenti nelle bancarelle. Forse proprio lì per ridare a tutti noi gli zuccheri che abbiamo consumato salendo. // 

Even the arrival is a surprise. Dozens and dozens of cyclists celebrating with satisfaction. Pictures, hugs, shared excitement and a coffee and sweets. Probably to recover the calories we left behind on the way up.

Non so se sono più emozionato io o Sofia.

Il sorriso che abbiamo sul viso sembra indelebile, l’entusiasmo alle stelle. Ognuno ha avuto un ruolo diverso ma tutti e due un unico obiettivo e ce l’abbiamo fatta. Io arrivando in cima e lei guidando per la prima volta il Renegade, fornendomi supporto, facendo foto e…evitando tutti i ciclisti che scendevano a più di 70 km/h.

Facciamo di tutto pur di ritardare il più possibile la discesa. Non vogliamo interrompere questo momento di festa e abbandonare la vista magnifica che abbiamo intorno a noi ma ovviamente, dobbiamo ritornare a valle. //

I can’t say is the most excited out of the two of us. The smile on both of our faces seems to be lasting. Excitement is incredible. Each of us played a different part but both with the same goal. And we made it. Me reaching the top, and Sofia driving the Renegade for the first time, supporting me, taking pictures and avoiding running down the cyclists who were descending at pace.

Meglio vestirsi perchè l’aria è davvero fredda e mi aspetta una discesa entusiasmante e adrenalinica, che affronto a tratti molto velocemente, a tratti molto lentamente. // 

It’s best to wear a good jacket on the way down because the air gets pretty cold. I ride parts of it quickly and others slowly.

 

Voglio godermela tutta, dall’inizio alla fine, sapendo di lasciare dietro di me un’esperienza unica che non so quando potrò rifare. // 

I want to fully enjoy it, from the start to the end, knowing that I’m leaving behind a unique experience that I hope I will be able enjoy again one day.

 

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