Tra tutti gli sport, il ciclismo è forse lo sport con la percentuale più alta di praticanti “di una certa età”. Chi è ciclista da sempre, chi lo è diventato, magari dopo anni di running. Si passa al ciclismo perchè è uno sport meno “traumatico” per il nostro corpo e quindi perfetto quando le nostre ginocchia sono troppo deboli per continuare a fare altro.
A chiunque sarà successo di essere sorpassato, (o a volte quasi umiliati) da chi, al primo sguardo, poteva sembrare un ciclista più lento di noi. Ciclisti che in una vita hanno macinato decine di migliaia di km, scalato le vette più importanti e raggiunto traguardi quasi impossibili… la maggior parte delle volte con bici e rapporti del cambio che al solo pensiero, mi fanno impallidire.
Bici in acciaio e rapporti così lunghi che anche sul piano sarebbero duri da tirare ma che, evidentemente, li hanno temprati per bene e ora affrontano la loro terza età con gambe straordinarie.
Sono diverse le situazioni che mi ricordo nelle quali sono rimasto a bocca aperta.
La prima, qualche anno fa, durante un allenamento vicino a Torino. Siamo in due e per qualche km ci scambiamo la testa del gruppo. Il ritmo sale e io penso “ora arriva la salita e parto in fuga…gli faccio vedere io”. Come non detto, attacchiamo la salita, neanche il tempo di rendermene conto e il ciclista sulla sessantina decide di sverniciarmi, seduto in sella e…senza mani. Ripeto, senza mani. Lo vedo sparire nel nulla, io metto il rapporto più agile e senza alzare la testa sto lì…nella speranza di non incrociarlo dopo. Ben mi sta, anche questo è un qualcosa che il ciclismo mi ha insegnato.
L’ultima, più recente.
Decido di andare al Colle del Moncenisio ma diversamente dal solito, pedalando sulla strada interna, quella molto meno trafficata.
Dopo i primi km di salita, un incontro magico, questa volta privo di umiliazioni… Il sig. Luigito, 79 anni, che quella strada la conosce bene e mi prefigura a cosa andrò incontro. Lì, con la bici appoggiata al ponte a prendere un pò di refrigerio dato il caldo asfissiante. Lui che di km ne faceva 10/12.000 all’anno fino a qualche anno prima. Ora solo più 5.000. A 79 anni, 5.000 km l’anno. E il suo obiettivo di oggi è il paese di Moncenisio. Per chi non conoscesse questa strada, significa molti km di salita e pendenze sopra il 10%.
Da questi ciclisti trasuda una passione pura e genuina. Chissenefrega del telaio in carbonio, dei cerchi giusti. Loro pedalano, con qualsiasi mezzo, qualsiasi capo di abbigliamento, qualsiasi condizione atmosferica. Quanta magnifica semplicità.
Loro sono ancora capaci di trasmetterci le emozioni vere del ciclismo, il significato più vero. Loro, vogliono semplicemente PEDALARE.
Complimenti, hai descritto quella che è davvero l’essenza del ciclismo.m
Grazie Cinzia! Quanto è bello questo lato del ciclismo! Ciao! Sofia&Giampaolo