Sarà colpa del poco sonno la notte prima, oppure del molto freddo per essermi vestita poco o…della settimana impegnativa. O solo semplicemente perchè sono una donna e quando mi alzo con il piede sbagliato c’è poco da fare.
Posso inventarmi mille motivi ma la sostanza non cambia. Oggi in bici non andavo proprio avanti. Mi sembrava di avere dei pesi attaccati alle gambe, ogni movimento che facevo era una fatica immensa. Totalmente inchiodata.
Per punizione, dopo la “salita della mia grande sofferenza”, invece di tornare a casa se ne affronta un’altra.
Il mio coach Giampaolo è severo e spietato ma durante tutta la salita mi ripeto che non fosse stato per le sue tecniche di motivazione mista a crudeltà non avrei fatto così tanti miglioramenti in pochi mesi…
Ma la tragedia continua perchè quella discesa da me tanto sognata si manifesta oggi insidiosa a causa del vento gelido e del mio abbigliamento ancor troppo nostalgico dell’estate.
Arrivo a casa delusa ma con la consapevolezza di non essermi arresa, di avercela fatta anche se continuavo a pensare di non riuscire… Mi consolo con un’abbondante merenda perché nel calcio Caressa dice tutti a prendere un tè caldo… ma per noi ciclisti con i biscotti…