La Madone d’Utelle

La Madone d’Utelle, prima meta estiva appartenente al ciclo di pedalate “Nice to Nice”, ovvero escursioni giornaliere con partenza e arrivo da Nizza, Francia.

Si prevede una giornata molto calda, pianifico dunque di partire quando il sole dorme ancora dietro l’orizzonte. Esco di casa alle ore 6 e dopo qualche istante già sono fermo ad ammirare un’alba da togliere il fiato. Stamattina il lungomare che conduce a Nizza è deserto, silenzioso. Ci sono io, pochi runner e qualche sporadico speranzoso pescatore. Abituato al trambusto della Promenade des Anglais, questa situazione di quiete irreale mi spiazza. Anche il mare a quest’ora è immobile, piatto, dormiente.

 

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Ho studiato la mappa, trascritto le indicazioni con i paesi da attraversare e attaccato il tutto sul mio telaio. Nonostante sia sicuro della mia meta, avventurarmi su strade sconosciute in territori a me altrettanto ignoti, fa si che io sia sempre agitato, mai pienamente sereno… Un velo di ansia, quasi sempre ingiustificata, che scompare solo a meta raggiunta.

Esco da Nizza in direzione Levens e la strada urbana diventa sempre più montana, il traffico si riduce e il piacere di pedalare aumenta. Ad un bivio incontro un ciclista svizzero che mi propone di andare insieme in direzione Aspremont. Non dev’essere male anche quel giro, ma oggi il mio obiettivo è un altro e voglio arrivare a quel famoso santuario di Utelle.

 

Fino a Levens una strada in salita morbida e costante, dopodichè, in un attimo, ci si trova in alto, molto in alto. Una strada di montagna che porta a Duranus, a picco sul fiume sottostante, il Vesubie. Mi ricordo ancora la strana sensazione, quasi di vertigini, nell’affrontare la discesa che porta a Saint-Jean-la-Rivière, dalla quale poi partire per la vera salita della giornata.  “Cavolo che discesa…al ritorno sarò obbligato a farla in salita!” pensavo. Ecco che si concretizzano le mie preoccupazioni. Il dislivello di oggi l’avevo sottovalutato (o forse mal interpretato). “Ora fa ancora fresco ma dopo…fare questa salita col caldo…pazienza, me ne preoccuperò in seguito.”

 

 

Dopo circa 60 km, finalmente attacco la salita verso il Santuario di Utelle. Molto piacevole (la strada non ha sbocchi, dunque totale assenza di traffico), sembra quasi di pedalare nell’entroterra ligure, tra uliveti e case di roccia. A 5 km dalla vetta arrivo a Utelle, caratteristico paesino francese dove fare una breve pausa prima degli ultimi (ma duri) km.

 

 

 

 

Che fatica ma…che soddisfazione! Sono estasiato dall’immensità della natura. Una vista spettacolare a 360° sulle Alpi e sulla Costa Azzurra. Nelle giornate più limpide si riesce addirittura a vedere la Corsica e il Mont Ventoux in Provenza! Sembra di essere nel punto più alto della Terra. Adoro questi luoghi dove potermi isolare per qualche momento… Riflettere, perdermi nello spettacolo della natura e pregare.

Riprendo le energie e riparto…mi aspettano altri 65 km per tornare a casa. L’entusiasmo di questa pedalata rende più facili i dislivelli che prima mi avevano tanto preoccupato e l’incubo del trambusto caratteristico di Nizza arriva in fretta.

Chiudo a circa 130 km e più di 2.100 mt di dislivello positivo. Il giro, partendo da Nizza, è abbastanza impegnativo ma la bellezza delle strade, dei borghi e dei paesaggi, valgono lo sforzo.

Volete fare anche voi lo stesso giro? Date un’occhiata qua sul nostro profilo Strava e…fateci sapere come è andata!

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