La prima volta che sono salita su una bici da corsa , pochi mesi fa, l’ho fatto perchè volevo capire come facesse Giampaolo a trarre così tante emozioni dal pedalare. Ho iniziato per condividere con lui questa passione.
La cosa più divertente della mia prima volta su una bici da corsa è stata la posizione delle mie mani che prontamente hanno impugnato la parte del manubrio parallela al corpo provocando una grande risata di Giampaolo, o le scarpe da tennis che mi ostinavo ad indossare prima di avere il coraggio di calzare scarpe con le tacchette. A proposito, come non ricordare la prima volta che le indossai, incominciai a fare su e giù per un viale alberato con lui che mi reggeva dai fianchi, come si fa con i bambini quando si tolgono le rotelle alla prima bicicletta.
Per quante uscite Giampaolo fu costretto ad avvisarmi ogni volta che dovevo cambiare il rapporto del cambio o ad aspettarmi quando mi dovevo fermare per bere dalla borraccia.
Oggi sono qui per condividere con voi il mio primo piccolo grande traguardo, i miei primi 100 km in un giorno. Che emozione alla fine di una splendida giornata leggere 100 km.
Quella sera ci misi un secondo per addormentarmi, io che solitamente prima di spegnere la luce sul comodino impiego delle ore, quella volta non ebbi problemi a prendere sonno.
Il giorno dopo mi facevano male i polsi e sentivo la parte alta della schiena dolorante, ma mai un dolore è stato così tanto bello. Mi sentivo un’ eroina. Sì lo so che per migliaia di ciclisti 100 km sono una distanza all’ordine del giorno ma io mi sentivo come un bimbo che per la prima volta riesce ad aprire da solo la maniglia di una porta, fino a quel momento troppo alta per lui.
Prima di salire in sella lo sport aveva un ruolo estremamente marginale nella mia vita, oggi tra un pomeriggio con le tacchette ai piedi o una passeggiata sui tacchi tra i negozi…scelgo senza pensarci le mie scarpette da bici.
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